Nelle ultime ore l’account Instagram di Kledi Kadiu si è costellato di complimenti e auguri fatti col cuore. L’ex volto danzante di Buona Domenica, C’è posta per te, Amici di Maria De Filippi e tanti altri format del piccolo schermo, ha voluto raccontare la sua recente storia famigliare. Il suo secondogenito Gabriel, che lui e la consorte Charlotte Lazzari hanno avuto nel 2021 dopo la prima figlia Lea (2016), ha una malattia.
Avevano annunciato la sua nascita lo scorso 29 agosto con sorrisi che sprizzavano gioia da tutti i pori e tutto sembrava andare per il meglio. Poi il ricovero del piccolo Gabriel in terapia intensiva. Oltre un mese e mezzo da incubo. Un vero e proprio “calvario” per lui e sua moglie, come l’ha descritto lo stesso Kledi Kadiu. Un racconto doloroso e ammirevole, condiviso con oltre 200mila follower per distribuire coraggio. “Forza, ce la farete”, “Bravissimi, un esempio”, “Coraggiosi”, “Grazie per averlo raccontato”, “Siete unici”.
Kledi Kadiu racconta la malattia del figlio
“Charlotte e io abbiamo deciso di raccontare un pezzo della nostra storia sperando che la condivisione possa essere di esempio a mamme e papà che stanno percorrendo un viaggio simile al nostro. Abbiamo aspettato il momento giusto, salvaguardando in primis nostro figlio, la sua sorellina e la nostra energia. A tredici giorni dal parto Gabriel ha manifestato febbre e convulsioni, espressione di una diagnosi piuttosto complessa: meningo-encefalite. L’inizio di un calvario che ci ha davvero messi a dura prova”, ha iniziato.
Il ballerino della tv ha continuato: “Gabriel è sopravvissuto e dopo aver riaperto gli occhi con l’audacia di un eroe ha messo in campo tutta la sua forza per riappropriarsi di ciò che questo brutto imprevisto gli ha tolto”.
“Dopo oltre un mese e mezzo di ricovero in terapia intensiva e tantissimi esami siamo tornati a casa, consapevoli che il percorso di ripresa sarebbe stato lungo. Abbiamo intrapreso da subito un percorso di riabilitazione che ci ha fatto apprendere come aiutarlo tramite il gioco e con la stimolazione finalizzata”.
“Non vogliamo nasconderci fingendo che sia semplice, ma crediamo nella neuro plasticità, nella forza di volontà del nostro piccolo guerriero, nella costanza, nell’amore come miglior stimolo all’apprendimento. Quando succedono cose simili si tocca il fondo e può essere difficile tornare in superficie”.
“La differenza possono farla le persone che si scelgono di avere al fianco e i professionisti a cui si affida la crescita del bambino. Grati per avere Gabriel che ci insegna quanto prezioso sia il dono della vita”, ha poi concluso.
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